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Fenomenologia di Paolo Mieli, figlio di Renato (di Andrea Romano)
Duran, il Robin Banker che ha fregato i banchieri (di Rossana Miranda)
L’altra classe borghesia van cercando (di Marco Ferrante)
Risorge la Tbc e il virus Hiv ne approfitta (di Anna Meldolesi)
Breve storia di un italiano dal 77 a Facebook (di Francesco Bonami)
e le rubriche
Fulvia La Riformata di Fulvio Abbate
La Zona Cieca di Chiara Gamberale
Le strisce di Stefano Disegni
Domani su Ombra, la domenica del Riformista
Una questione di Testa (Annamaria) di Tonia Mastrobuoni
Raffaele Fiengo, 40 anni di lotta e di Corriere di Alberto Alfredo Tristano
Al gaio intelletto piace “Amici” e le defilippiche di Luca mastrantonio
Parwin Mushthal, la sventura di essere donna in Afghanistan di Emanuele Giordana
Le memorie di Lanzmann, Dall’olocausto alla de Beauvoir di Guido Vitiello
e le rubriche
Fulvia La Riformata di Fulvio Abbate
La Zona Cieca di Chiara Gamberale
Le strisce di Stefano Disegni
Questa storia del papa che dice che laggiù in Africa non devono usare il preservativo, perché è cosa sessualmente brutta e moralmente ingiusta, mi trova molto preparata. Nel senso che, almeno ai miei occhi di donna alogena della post-modernità, in questo caso c’è poco da ridere e perfino poco da incazzarsi. C’è, semmai, da montare sul suv e raggiungere a perdifiato la parrocchia dove a suo tempo i tuoi parenti ti battezzarono. Poi, una volta lì, farsi consegnare il registro dove il prete segnò l’atto, e scartavetrare via ogni traccia dell’avvenuto battesimo con le tue stesse mani.
Ma cominciamo dalle grandi domande, dall’assoluto: esiste il paradiso?
ANNIVERSARIO. Compie 40 anni la più controversa unione della storia della musica. Usurpatrice per molti, «orrenda» per Starr, la Ono fu parafulmine della crisi dei Beatles e «madre» per John. Che onora ogni anno accendendo una candela.
Sono passati esattamente quarant’anni dal 20 marzo del 1969. A Gibilterra, si corona l’unione di John Winston Lennon e Yoko Ono: non un semplice matrimonio, ma un happening imperniato sullo slogan pace & amore, che verrà replicato per giorni all’Hotel Hilton di Amsterdam, con una serie di interviste collettive, i famosi bed-in, e il lancio dell’inno Give Peace A Chance. I due sposi si sono conosciuti a Londra, tre anni prima, all’Indica Gallery. All’epoca lei è già trentatreenne, maritata due volte e con una figlia; Lennon, invece, ha ventisei anni, una moglie, Cynthia, e un figlio, Julian. Lei espone le sue opere performative. Lui, uno dei quattro Beatles «più famosi di Gesù Cristo», tenta di irriderla, ma, per dirla con le sue stesse parole, ne rimane «totalmente stregato». Installazioni in movimento, come nella scia artistico-concettuale del gruppo Fluxus, a cui questa alto-borghese di Tokyo appartiene fin dall’inizio: fra le altre, una scala che “dice sì”, grazie a uno straniante gioco di riflessi. L’aneddotica vuole che sia stata proprio questa scala a invaghire John. Ci vorranno un paio d’anni, poi, per definire uno dei legami più dibattuti della storia del pop.
Domani su Ombra, la domenica del Riformista
Giancarlo Siani, milite ignoto anticamorra di Fabrizio D’Esposito
Ritratto di Cass Sunstein di Mario Ricciardi
La fedeltà intatta di Yoko Ono di John Vignola
Un’ossessione chiamata corpo maschile di Walter Siti
Che il vizio sia almeno capitale di Filippo La Porta
e le rubriche
Fulvia La Riformata di Fulvio Abbate
La Zona Cieca di Chiara Gamberale
Le strisce di Stefano Disegni
Anniversario. Il 9 marzo del 1989 moriva di Aids uno dei più controversi fotografi del ‘900. C’era ancora il Muro e Robert aveva solo 42 anni. Amico di Patti Smith, divenne lo sguardo «scultoreo» dell’underground di NY. Esteta raffinato e sempre scandaloso: dalle borchie sado maso all’arte «e degenerata» della lussuria, negli anni di Reagan.
Il muro di Berlino era ancora in piedi anche se Ronald Reagan stava riscaldando la guerra fredda facendo sudare gli orsi sovietici con una strategia che oggi potremmo definire Reagan Warming. L’economia si stava a poco a poco riprendendo dopo il collasso del 1987 e l’Aids portava avanti il suo massacro senza fare prigionieri. Il virus non guardava in faccia nessuno colpendo fra le stelle e dentro le stalle. Le vittime illustri scomparivano senza pietà nel fiore dei propri anni. Fra questi Robert Mapplethorpe, uno dei più famosi e controversi fotografi del ventesimo secolo che la signora con la falce andò a prendere venti anni fa il 9 marzo del 1989 in un ospedale di Boston.
Aveva appena 42 anni anche se nei suoi ultimi incredibili autoritratti ne dimostrava almeno venti in più divorato dalla malattia ma anche consumato da una vita eccessiva trangugiata come un bicchiere d’acqua da un naufrago appena ripescato dall’oceano. Nato da una famiglia cattolica di origini irlandesi a Queens nel 1946 aveva avuto modo di imparare fin da piccolo ad avere dimestichezza con il peccato. Già giovanissimo non aveva avuto problemi a sfidare le pene dell’inferno pur di conquistare il proprio piacere a costo anche di dover soffrire. Amico della cantante Patti Smith era entrato subito a far parte della cultura underground di New York in piena ebollizione agli inizi degli anni 70.
Domani su Ombra del Riformista
Manchester, da Dickens a Ferguson (di Antonello Guerrera)
Oltre i politici e i partiti, la Casta è lo Stato canaglia (di Alberto Mingardi)
l’Unità, ragazzi con la pistola (di Piero Sansonetti)
Mapplethorpe, pornografo rinascimentale (di Francesco Bonami)
Addio a Pinelli, fabbro di capolavori con Fellini e Flaiano (di Michele Anselmi)
Fulvia La Riformata di Fulvio Abbate
La Zona Cieca di Chiara Gamberale
Le strisce di Stefano Disegni
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